“Dalle nostre parti, dalle nostre parti quando si vuole bene ad una persona, ma bene veramente, la si chiama Zio, Don, quando gli vuoi bene in maniera particolare e gli porti un rispetto enorme, Parrino.
In siciliano, Parrì. A noi è capitato di volere molto bene a una persona e anche se non era un parente per noi era “u Zù Pino”. Zù Pino era una persona normale, non era né alto né basso, né bello né brutto, aveva le orecchie a sventola, le mani enormi, però aveva un sorriso, ma un sorriso di quelli che rideva sempre, sempre, anche quando non c’era niente da ridere lui rideva. Tanto che noi glielo dicevamo “Zio Pino, ma che minchia ci ridi?”.
Zio Pino non beveva, non fumava, non bestemmiava, non diceva le parolacce, però aveva un difetto enorme, amava. Amava troppo. Zio Pino era un professionista dell’amore. Non aveva mogli ma amava quelle degli altri…non aveva figli, ma tutti sapevano che ce n’erano un sacco di suoi sparsi per la città. Insomma Zio Pino era malato d’amore.
E col tempo si era aggravato, più amava e più voleva amare. Da questo punto di vista era diventato inaffidabile. Ma la cosa incredibile è che più era inaffidabile più veniva amato da tutti. Pensate che addirittura i mariti andavano da lui e gli dicevano “io devo partire, a casa mia non c’è nessuno, potrebbe venire ad amare un poco mia moglie?” e lui entrava con la scusa della moglie e piano piano, sorridendo, amava tutta la famiglia.
Noi glielo dicevamo “Zio Pino, si dia una calmata con tutto questo amore, perché sennò a lei finisce male” ma lui niente, era cocciuto. Zio Pino era un amatore cronico. Era un amante dell’amore. Amava amare. Era un amante amatore innamorato dell’amore.
Zio Pino, quando noi gli dicevamo di amare meno, lui ci rispondeva “picciotti, ma ci sono così tanti tipi di amore al mondo che non sapendo quale scegliere li ho presi tutti, l’amore per i padri, per le madri, per i figli, per i fratelli, per le sorelle, per se stesso.”
Zio Pino, come si suol dire dalle nostre parti, era uno come noi ma di tutt’altra pasta: Zio Pino era amante, ma amato da tutti. E ce ne siamo resi conto al suo funerale.
Minchia quanta gente…minchia funerale…minchia pianti…meraviglioso, eccezionale…funerale bellissimo, a parte qualcuno che era li solo per il piacere di farsi vedere.
C’era si un sacco di gente perché Zio Pino era amato da tutti, ma c’era un sacco di gente anche per il modo in cui Zio Pino se n’è andato. Perché quando una persona muore di vecchiaia piano piano ci si abitua all’idea.
Quando uno muore di malattia anche li purtroppo piano piano ci si abitua pure.
Ma quando uno muore com’è morto Zio Pino non ti dai pace.
Sta rientrando a casa Zio Pino, è già davanti al suo portone, ha addirittura infilato la chiave.
Un tizio a volto scoperto e con una pistola, si avvicina e dice “Parrì, questa è una rapina.”
Zio Pino sorride, lo ama e risponde “me l’aspettavo” e si gira di nuovo verso il portone. Il tizio con la pistola, signori, punta alla nuca e preme il grilletto.
Il grilletto provoca la combustione delle polveri che generano il gas e consentono al proiettile di fuoriuscire.
Il proiettile si muove nello spazio secondo una linea parabolica che comincia dalla bocca della pistola e termina al suolo, ma dopo centinaia centinaia centinaia e centinaia di metri e si conficca a terra … solo se tu hai il culo di non trovarti nel mezzo… Zio Pino invece era proprio nel mezzo.
A quel punto Padre Pino Puglisi cade a terra.
In un attimo la notizia fa il giro di Brancaccio.
Tutti i suoi fratelli, tutte le sue sorelle, tutti i suoi figli accorrono increduli.
Non era mai successo, un prete morto perché predicando l’amore stava disturbando la mafia. Ma pure lui che questo lo sapeva, avendo tutta questa passione per l’amore, se ne andava comunque in giro a nuca scoperta.
E dire che noi gliel’avevamo detto “Zio Pino con tutto questo amore si dia una calmata altrimenti a lei finisce male”.
Ma lui era cocciuto.
Molti dicono che lui sia morto e che noi dobbiamo elaborare il famoso lutto.
Ma noi che lo conoscevamo bene, sappiamo che non si tratta di morte, ma di parto.
Perché si può nascere in tanti modi…c’è un parto cesareo, quello naturale, quello in acqua e poi c’è un parto per uccisione.
E noi che in vita non avevamo capito mai cosa provasse Zio Pino quando amava, adesso ci ritroviamo contagiati ad amare persino quel tizio con la pistola che poveretto, poveretto, senza saperlo, lo ha fatto nascere.
Perché c’è un parto cesareo, quello naturale, quello in acqua e poi ce n’è uno per uccisione…”
Omaggio di Ficarra e Picone a Don Pino Puglisi
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