“Va bene sentirsi distrutti, soli, vuoti e depressi. Non che queste siano cose buone, certamente no. Ma fanno parte della normale esperienza umana nel nostro mondo anormalmente infranto.
A volte sentiamo che c’è una regola non scritta nelle nostre comunità cristiane che dobbiamo essere felici tutto il tempo.
Che è un segno di vera fede o pietà se la nostra esperienza è quella di gioia e pace e nient’altro. La nostra tradizione ascetica ci dice qualcosa di diverso. Ho sentito un’intervista con un monaco che affermava: la vita spirituale è probabilmente al massimo il 10% di pace…l’altro 90% è lotta.
[…]La vita è molto dura, sperimentiamo perdite nella morte di persone care, amicizie fallite e disperazione. Siamo delusi dalle nostre relazioni, dalla nostra chiesa, dal nostro paese e, in particolare, da noi stessi, a volte. Forse reagiamo con la dipendenza o la rabbia, con la colpa o con la gelosia…forse chiudiamo e troviamo modi per nascondere i nostri cuori da un mondo troppo crudele per farcela. Cristo non dice mai che queste cose non accadono, non promette mai una vita senza lotta. Ciò in cui ci invita è una relazione di fiducia nella sua cura per noi. Di entrare nella sua grande vittoria, essere distrutti fa parte del viaggio e parte della lotta. Un giorno alla volta, lavoriamo per portare la nostra frattura a Cristo può essere un luogo di incontro con Lui.
Nessun posto è aldilà del suo tocco. Sappi che Cristo ti vede e ti ama ed è vicino a tuo dolore. Va bene ferire, va bene sentirsi male. Cristo lavora proprio con queste cose. Sono, infatti, grandi strumenti per imparare la santità, l’amore e la compassione. In tutti i luoghi, i tempi e le circostanze, ricorda Dio che è davvero molto vicino a te.
Mantieni il cuore:
P.Serafino (Monaco ortodosso-russo)
Lascia un commento