Ed alla fine andai alla tenda….
L’invito non potevo glissarlo, veniva da Anna, ed io, zia e madrina non poteva ignorarlo.
Sorprendente la presentazione di Sr Rosalba che ha saputo decantare le notevoli abilità degli operatori, due dei quali particolarmente encomiabili in quanto volontari “puri”
Più sorprendenti le proposte dei giovani “abilmente speciali” che, davanti allo sfondo retinato, ricco di nastri e fiori, quale cornice del progetto “ Le chiavi di casa” hanno assunto le vesti dei tre tenorini de “ il volo”, di Celentano e Mina, o di divertimenti dialoghisti, al ritmo di musica, tenuto magistralmente da Gabriella, strappando al pubblico applausi e commossi compiacimenti.
Ma soprattutto hanno regalato a tutti la gioia di sentirsi importanti, protagonisti.
Però, al di là di quanto presentato, assieme all’escursus delle immagini proiettate a testimonianza di un programma sperimentato con innegabile consenso e coinvolgimento emozionale, mi porto in cuore una esperienza che credo possa far riflettere.
Quando sono scesa fino al portone di uscita della comunità, aspettando i miei accompagnatori, mi sono seduta sui gradini antistanti la sala dei laboratori, quasi come gatti saltellanti mi hanno raggiunto alcuni ospiti, tutti bambini, domiciliati presso la tenda assieme al genitore tutelare.
In particolare mi si sono soffermate davanti due bimbe: Elisa e Rachele, abbiamo iniziato a fare conoscenza.
Specie Elisa, la più grande, si è dimostrata particolarmente solidale. Mi ha posto delle domande, a provare se poteva aiutarmi: chi ero, perché ero da sola, se avevo la mamma, il papà o i figli.
Alla mia richiesta di ospitarmi la notte, se nessuno avesse potuto riaccompagnarmi a casa mia, si è rammaricata di non potermi ospitare
nella sua casetta prefabbricata.
Mi ha proposto però di chiedere aiuto anche alla prima macchina di passaggio perché mi accompagnasse a casa. Il suo interloquire con interesse e coinvolgimento, nell’intento di potermi essere di aiuto, non si fermava.
Ho fatto allora questa riflessione: la visita di questa sera alla Comunità “ Madonna della Tenda” mi lascia un grande insegnamento. Ho appreso dai piccoli, che vivono situazioni di grave disagio e fragilità, che proprio da loro viene l’insegnamento più grande.
I nostri figli e nipoti, che purtroppo hanno troppo, non sanno dare neanche poco, non si accorgono, nel loro isolamento dorato, che esiste chi manca di tanto, di troppo, e che però sa costruire una rete di solidarietà spontanea, capace di scaldare il cuore anche a chi, il suo, talvolta non se lo sente più in petto, soffocato da tanti problemi fatti di nulla.
Acireale Nuccia Torrisi
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